Il romanzo di Matilda

Il primo romanzo storico che ripercorre la vita della Grancontessa Matilde di Canossa.

La vita, i lutti, gli amori, le lotte, la caduta, il riscatto, le violenze e le passioni della Grancontessa Matilde di Canossa, un romanzo storico che ricostruisce gli eventi fondamentali della sua vita attraverso l’infanzia, la giovinezza, la maturità e la vecchiaia, cercando di restituire tutta la potenza al personaggio a 900 anni dalla sua scomparsa. In uscita a luglio 2015.

lunedì 29 giugno 2015

Matilde tra Secchia e Crostolo

Ieri è stato un lungo pomeriggio di sole, che mi ha portato in luoghi dell'Appennino dove si percepisce ancora l’impronta dei Canossa e della Grancontessa Matilde. Luoghi isolati, alle volte dimenticati, ma capaci di riportare con le loro suggestioni all’epoca in cui sono state costruite quelle opere che hanno lasciato testimonianza della potenza e della lungimiranza di una donna del Medioevo.

Il mio itinerario è partito da Toano, sull’Appennino Emiliano, dove fa bella mostra di sé la pieve di Santa Maria Assunta, già presente nei documenti dal 980 e decorata all’interno da motivi tipici dell’arte canusina. Il punto elevato in cui si trova era lo stesso dove si trovavano il castello e il borgo fortificato. Dal castello si dominava un’importante via d’accesso alla Toscana alternativa alla Francigena, che partiva da Canossa e attraverso Marola e Carpineti giungeva a Toano, quindi scendeva verso il Dolo fino alle Terme di Quara, poi si inerpicava verso Romanoro congiungendosi alla Via Bibulca che valicava l’Alpe. Il luogo dove sorge la pieve è magico, immerso nel silenzio, e l’interno scarno e pulito la rende un punto privilegiato per la meditazione in solitudine.

Nel proseguire il viaggio verso Carpineti, si incontrano sulla via gli antichi borghi di Stiano e Manno, circondati da verdi colline e panorami mozzafiato. All’arrivo al castello delle Carpinete, la rocca dove Matilde nel 1092 decise in un concilio ristretto e insieme a un pugno di fedeli rimasti di continuare la guerra contro Enrico IV, ci si lascia abbagliare dalla vista che si gode dall’alto del monte Antognano. Ciò che oggi rimane della rocca domina ancora la valle del Tresinaro e del Secchia, all’epoca della Grancontessa era imprendibile e sicuro, diventando la dimora preferita di Matilde.

Di lì a qualche chilometro sorge Marola, il luogo da cui proveniva l’eremita Giovanni che tanto peso ebbe nella decisione finale di Matilde a non abbandonarsi alla resa. Qui, la chiesa di Santa Maria Assunta, costruita per volere della comitissa, era annessa all’ospitale benedettino che dava assistenza ai viandanti e ai pellegrini, e conserva ancora la facciata in blocchi di arenaria squadrati e disposti in file parallele.

Da Marola ci si sposta a Casina e dopo un lungo percorso in mezzo alla collina si raggiunge l’oratorio di Beleo. Ricorda molto la pieve di Toano, seppure molto più piccolo come dimensioni, e in effetti appare in un documento coevo del 980. La costruzione è tutta in pietra squadrata con semplice struttura ad aula rivolta secondo l'orientamento liturgico. Ha una facciata a capanna con monofora superiore portale archivoltato a lunetta, ed è presente il simbolo di San Michele Arcangelo, che fa pensare a un’origine longobarda. Anche questo punto solitario spinge naturalmente alla meditazione.

Dirigendosi verso la zona di Canossa, si passa a fianco del castello di Sarzano. Imponente, dalla lunghissima storia che risale probabilmente al primo incastellamento tra IX e XI secolo, domina tutta la conca di Casina alle sue spalle. La prima menzione è del 958 quando fu acquistato dal fondatore della stirpe dei Canossa, Atto Adalberto. Egli lo rese parte di un feudo che continuò a crescere fino alla morte della sua discendente Matilde, che lo donò ai monaci di Sant’Apollonio. Sono presenti la cinta muraria, il torrazzo e la torre, la chiesa e la sagrestia, diventata oggi un Centro Convegni, e altri due edifici che sono diventati una locanda. È stata ritrovata anche una piccola cappella all’interno delle mura. Da Sarzano si gode la vista del giro d’orizzonte e della Pietra di Bismantova.

Una delle pievi da vedere è sicuramente quella di Paullo, già citata in un diploma dell’imperatore Ottone II datato 14 ottobre 980, che aveva un’ampia giurisdizione sulla valle del Crostolo. Orientato liturgicamente con facciata a ponente, l’edificio è stato rimaneggiato, ma l’impronta altomedievale rimane ben visibile. Altro edificio doveva essere il castello che probabilmente fu costruito come fortezza del campo trincerato intorno a Canossa da Atto Adalberto, che l’avrebbe affidato poi a uno dei suoi più fedeli vassalli per dominare la valle sottostante.

Da Paullo ci sono solo 8 chilometri per raggiungere Rossena e Canossa, ma se si scende verso Vezzano sul Crostolo si incontrano altri luoghi legati a Matilde. Si attraversa Paderna, una borgata già esistente all’inizio dell’XI secolo, dove sorge la chiesa di San Michele Arcangelo, e si raggiunge Montalto, antico fortilizio del vescovo di Reggio nell’XI secolo di cui non rimangono altro che ruderi sulla collina. Nello stesso luogo, svetta la torre del campanile della chiesa dedicata ai santi Michele e Lorenzo, di cui si possono ancora vedere le fondamenta, che fu consacrata nel 1172 dal vescovo Albricone di Reggio.

Dopo Montalto si può raggiungere il castello di Querciola, costruito alla fine dell’VIII secolo dal Vescovo di Reggio come rifugio temporaneo dalle numerose scorrerie barbariche di quegli anni (Ungari, Galli, Germani) e diventato successivamente sede vescovile estiva, è menzionato in numerosi documenti conservati negli archivi storici reggiani. Del castello rimangono comunque oggi modestissimi resti dei muri di cinta. La pieve di Santa Maria Assunta risale al XI-XIII secolo.

Scendendo poi verso il Secchia, si incontrano altri luoghi quali la pieve e il castello di San Valentino, in posizione panoramica su uno spartiacque che divide le vallate del Tresinaro e del Secchia, di cui resta il mastio addossato al palazzo feudale e le mura, e Montebabbio, risalente all’XI secolo e appartenente alla chiesa reggiana. Sono numerosi i sentieri che si possono percorrere a piedi, per lasciarsi trasportare dalle atmosfere del paesaggio, che in particolare al tramonto è capace di regalare emozioni e sensazioni che valgono la pena di essere vissute.

Tutte le immagini che correlano l'articolo sono di mia proprietà, ne è pertanto vietato l'utilizzo. Per visionare le tappe complete del mio viaggio sulla Bibulca, cliccare qui: Elisella's Instagram Profile

Per approfondimenti, qualche link:
Comune di Toano
Il castello di Carpineti
Pieve di Paullo
Oratorio di Beleo
L'anello del Tresinaro

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